C’è una verità che va messa a referto, al di là dei pensieri politici: senza l’intervento del Comune, non si sarebbe arrivati ad un Brescia ancora in C. Interventi dovuti forse, ma mai dare nulla per scontato. Ecco perché acquista un significato importante la posizione assunta dalla sindaca di Brescia Laura Castelletti che, anche grazie ai consigli del predecessore Emilio Del Bono, si è mossa per fare da regista alla trattativa degli ultimi 38 giorni. Dalla convocazione dei presidenti di Feralpisalò, Lumezzane e Ospitaletto, al percorso intrapreso con Giuseppe Pasini. Sorridente e determinata, quello della prima cittadina è uno dei due volti impressi nel giorno della presentazione dell’Union Brescia.
Di seguito tutti i passaggi della presentazione. Dalle parole libere della sindaca, alle risposte alle domande dei giornalisti.
“Ho tenuto tante conferenze e presentazioni in questa sala, ma con quell’applauso (l’accoglienza del salone Vanvitelliano della Loggia prima del suo intervento, ndr) ho provato un’emozione forte – comincia Castelletti –. Il 6 giugno per il calcio bresciano sembrava la fine; oggi, dopo 38 giorni, un tempo veloce, salutiamo un nuovo inizio. In questi giorni tanti mi hanno fermata per strada, mi hanno scritto, dimostrandomi il piacere per il risultato raggiunto. Quando il calcio bresciano è stato appeso a un filo l’Amministrazione c’è stata, ci siamo attivati. Abbiamo chiamato attorno a un tavolo i tre presidenti delle bresciane professioniste, che si sono dimostrati disponibilissimi. So di aver chiesto molto: coraggio, amore per la città, disponibilità. Quando ci siamo alzati uno ci ha messo passione, cuore e fatti: Giuseppe Pasini. Siamo qua insieme a restituire alla città qualcosa che mancava molto. Il Brescia non è solo squadra, è spirito e orgoglio. La rinascita inizia insieme”.
“Conta molto guardarsi negli occhi tra persone. Vi racconto un aneddoto: dopo il 9 giugno ho invitato a casa mia Pasini e gli ho fatto un caffè nella mia cucina; ci siamo guardati negli occhi e ci siamo trasferiti l’idea di un progetto: giovani, relazioni con la città e il territorio, essere comunità. Ciò che si era perso in questi anni”.
“Devo molti ringraziamenti. Il primo a Giuseppe Pasini, che ha raccolto la sfida. Ai tanti imprenditori, sponsor e realtà che lui ha avuto capacità di mettere insieme. Alla società Feralpi, che crede in lui e nel progetto, quindi anche nella città. Agli assessori Cantoni e Garza, e al capo Gabinetto Brambilla. Al mio vecchio sindaco (Del Bono, ndr), che mi ha dato qualche buon consiglio. Infine ai tanti bresciani e bresciane che in questi 38 giorni hanno accompagnato questo percorso creando un sentimento positivo. Il mio invito è questo: che ci rivediamo tutti allo stadio, a tifare i ricordi belli che abbiamo vissuto e soprattutto il nuovo orizzonte che abbiamo davanti a noi. Forza Brescia”.
DOMANDE DEI GIORNALISTI
Quanto è difficile tenere la barra dritta sul caso Rigamonti e sulle vincende giudiziarie con Cellino?
“Ho dormito poco nei giorni iniziali, poi visto che siamo entrati in un percorso con un presidente affidabile. Dopodiché ho la fortuna di avere assessori, avvocatura civica e capo gabinetto che sanno cosa devono fare. Ora dormo meglio. Andiamo avanti”.
Quello dell’Union Brescia è l’unico progetto che riguarda il Brescia Calcio sul tavolo?
“Siamo qua in Loggia per presentare il progetto nato quel giorno in Sala Giunta. I fatti dicono che oggi sul piatto non c’è nient’altro, se non parole“.
Il doppio ricorso di Cellino sullo stadio la preoccupa?
“L’avvocatura non mi ha parlato di particolari problemi, sono serena”.