“Nel recente passato il Darfo Boario ha dovuto fronteggiare una fase complicata della sua storia. Il presidente Venturi mi chiamò per restituire solide fondamenta alla società. Dovevo trovare legami sul territorio e sistemare la struttura del club. Un compito non facile, ma ora possiamo dire che la missione è compiuta. Siamo pronti a tornare ai livelli che ci competono per storia, bacino e blasone”.
Il direttore generale Christian Pè non ha dubbi. La soddisfazione per il lavoro certosino svolto dietro le quinte in questi anni si mixa all’ambizione che una piazza come quella camuna ha nel dna. “Siamo maturi in termini economici e organizzativi per puntare alla Serie D. Vogliamo restituire lustro a questa maglia. È una motivazione che deriva dalla consapevolezza di essere tra le società dilettantistiche più importanti della provincia, forte di una prima squadra di rilievo ma anche di 250 bambini e ragazzi del settore giovanile che sono la nostra forza e la nostra speranza per il futuro”.
Sistemate le fondamenta l’aspetto primario diventa quello tecnico. “Per vincere un campionato occorrono risorse, bravura nel costruire una squadra competitiva e quel pizzico di fortuna necessario perché le cose girino bene. Aver ritrovato un direttore sportivo come Danilo Facchinetti è stato importante per noi. In passato avevamo fatto ottime cose qui insieme, penso sia possibile ripetersi. Il campionato di Eccellenza è molto competitivo. Tolte un paio di squadre c’è grande livellamento e l’asticella, ogni anno, è sempre più alta. Per noi salire in D sarebbe strategico, perché venire qui per fare un’Eccellenza risulta scomodo per molti. In D ci si allena di pomeriggio, si riduce l’ostacolo del traffico negli spostamenti e a livello di costi per il club non cambierebbe nulla”.
L’impressione è che quest’anno non ci sia una corazzata destinata ad una cavalcata solitaria come accadde a Lumezzane, Castegnato e Ospitaletto. “Vero. Il ripescaggio del Ciliverghe, inoltre, è stato un’ottima notizia. A maggior ragione sarà un campionato combattuto. In molti andranno a caccia della promozione. Le rivali più temibili? Penso che Castiglione sia una piazza importante, poi c’è un RovatoVertovese da decifrare e occhio alle bergamasche. Noi saremo certamente tra le pretendenti al titolo. Ce la giocheremo con tutti”.
Il condottiero sarà Fabio Raineri: “Seguiamo il mister da qualche anno. Era la nostra primissima scelta. Non è stato facile portarlo qui, ma oltre alle sue doti eravamo consapevoli del fatto che giocatori di rilievo lo avrebbero seguito. Volevamo un gruppo di calciatori già amalgamati, dato che avremmo cambiato tanto. Lo storico del nostro allenatore parla di un miglioramento progressivo e continuo, speriamo continui con questo trend”.
La linea verde, votata alla valorizzazione dei giovani, è di casa a Darfo. “Siamo stati la squadra del girone che ha dato più minutaggio ai giovani per due anni di fila. Per noi il vivaio non è una spesa, ma un investimento. Le quote devono provenire da lì e se, come nel caso di Archetti, abbiamo dovuto pescare da fuori perché c’era una specifica esigenza tecnica, abbiamo una regola interna che ci impone di schierare obbligatoriamente un giovane del vivaio in più. Archetti, per noi, è come se fosse un over. È un impegno morale al quale non verremo meno”.
Pè dice la sua anche sulle norme federali. “La riforma con gli svincoli a fine stagione ostacola i progetti a medio e lungo termine. Troveremo il metodo da utilizzare e ci adegueremo al regolamento, senza piagnistei. L’obbligo dei giovani, invece, non mi convince. Sarebbe più sensato obbligare le prime squadre ad utilizzare i ragazzi del loro settore giovanile come quote. L’anno scorso qui ha esordito Gatti, un 2006, e ha pure segnato. Quest’anno abbiamo in ritiro con noi un 2008”.
Pensando al futuro lo sguardo del dirigente camuno s’illumina: “Chi ama lo sport vuole vivere di sfide. È così anche per noi. Il sogno? Non c’è mai stato il professionismo in Vallecamonica, sarebbe fantastico. È un pensiero stupendo. Non c’è fretta e vogliamo fare le cose per bene. Quest’anno giocheremo per vincere e per dare continuità a un progetto. Il Darfo non vuole fare il botto per poi sparire. Non fa per noi”.
Bruno Forza