Real Leno, nel segno dei giovani. Mor: "Siamo partiti con 15 bambini. Ora abbiamo 300 ragazzi"

“Cosa servirebbe al Real Leno? Forse un presidente nuovo, con idee innovative. Io sono qui da quarant’anni, tutto quello che avevo in mente l’ho realizzato”.

C’è una miscela di orgoglio e soddisfazione, umiltà e consapevolezza nelle parole di Angiolino Mor, che ci ha raccontato del suo Real Leno in occasione della 35^ tappa del nostro viaggio in provincia. Scenario della chiacchierata una bella sala con un grande tavolo al centro. A fare da contorno numerosi trofei e cimeli sportivi. “Qui una volta c’era solo una baracca di ferro. Il volto del centro sportivo è cambiato molto in questi anni. Sono sorti bar e cucina, abbiamo rinnovato gli spogliatoi, rifatto il campo sintetico e l’impianto di illuminazione dello stadio. L’ultima grande opera è stata la nascita della prima squadra, che rappresentava il tassello definitivo del progetto, successivo all’inserimento della formazione juniores”.

Le più grandi soddisfazioni, da queste parti, sono scaturite dal settore giovanile. “Quando siamo partiti c’erano 15 bambini, oggi sono quasi 300, ma il lavoro non è finito. Bisogna consolidare l’attività e creare nuove prospettive. Il Real Leno è solido economicamente, si autofinanzia per il 70%. Una società in queste condizioni non faticherà a trovare il mio successore. Io non lascerò mai questa realtà. Magari farò il presidente onorario. Attualmente passo un paio di volte a settimana, la società va avanti da sola. Ci sono dei responsabili di area e ognuno coordina il suo ambito”.

Il club bassaiolo in questi anni si è affermato come eccellenza bresciana nella proposta calcistica per bambini e ragazzi. “Siamo stati i primi a partire con progetto concreto di altissima qualità, pensato su misura per i più piccoli. Tre nostri allenatori sono approdati in ambito professionistico, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto sui nostri campi. La carta vincente è stata sviluppare una filosofia propria, costruita in casa e implementata nel tempo. Un percorso che continua e si rinnova, tramandato di persona in persona”.

Un progetto che, nel corso degli anni, ha riscosso l’interesse di diverse società professionistiche. “La prima affiliazione è stata con il Brescia. Eravamo la società che gli forniva il maggior numero di talenti, poi ci siamo staccati perché abbiamo percepito un calo di interesse nel progetto tecnico. Ci cercò Filippo Galli, che rimase estasiato dal nostro operato. Ci legammo al Milan. Poi due anni con la Juventus, per un matrimonio che è terminato senza alcun tipo di comunicazione. Successivamente siamo rimasti senza affiliazioni per due anni, fino alla recente sinergia con l’Inter. Tra tutte è la migliore, senza ombra di dubbio. L’Inter è presente, si fa vedere e sentire, coltiva rapporti quotidiani, è operativa al nostro fianco”.

Giovani ma non solo, perché nel 2019 il Real Leno ha lanciato la sua prima squadra. “Il nostro imperativo è quello di avere un settore giovanile forte in grado di alimentare la prima squadra. Noi non andiamo a prendere giocatori che ti fanno vincere il campionato. Se un giorno arriveremo primi accadrà solo grazie alla qualità dei nostri ragazzi, ma viviamo con la consapevolezza che non vincere non è assolutamente una tragedia. Abbiamo due squadre nei regionali e ne siamo contenti, ma tutti i tecnici sanno che prima di tutto conta formare uomini e sportivi. Se la pianta viene su dritta è perché ci sono tutti i pilastri: famiglia, scuola, sport. Poi chi eccelle spicca il volo verso livelli superiori, chi rimane va in prima squadra o viene accontentato perché possa trovare spazio altrove”.

La filiera bassaiola copre tutte le annate, con due formazioni per ogni categoria. “Abbiamo numeri importanti e siamo soddisfatti. Un desiderio? Vorrei disporre di maggiori risorse provenienti dagli sponsor per investirle nel settore giovanile. I genitori partecipano con il pagamento delle quote, che qui è garantito al 90%, percentuale straordinaria. Qualche sponsor in più, tuttavia, servirebbe perché c’è in agenda l’installazione dell’impianto di irrigazione automatica per il campo principale in erba naturale”.

Tra gli artefici dei successi sportivi e sociali del Real Leno c’è anche il Comune. “Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti con tutte le amministrazioni che si sono succedute negli anni. I sindaci ci hanno aiutato a consolidarci, soprattutto grazie a convenzioni lunghe, di 8 o addirittura 10 anni. Senza questo tipo di rapporto non si può progettare, resti appeso a un filo. Per il campo sintetico è stato acceso un mutuo a nome del Real Leno, ma le spese sono coperte dal municipio”.

Il presidente analizza così le difficoltà incontrate dalla prima squadra, reduce da una retrocessione. “Il primo anno ci siamo imbattuti nella pandemia, che ha interrotto il percorso di crescita anche per la juniores. Archiviato il Covid, ci siamo ritrovati con ragazzi reduci dal campionato allievi catapultati in Prima Categoria. Non è stato semplice. Nella passata stagione abbiamo vissuto un’andata complicata, in un girone molto tosto dominato da Cellatica e Lodrino. C’è stato poco tempo per maturare. Nel ritorno, infatti, abbiamo fatto cose completamente diverse. Occorre pazienza. Quest’anno i conti li faremo a marzo, osservando lo sviluppo del gruppo e dei singoli. A medio termine staremmo bene in Prima, sbocco ideale per il nostro settore giovanile. Ci sono giocatori cresciuti da noi che ora militano nel Bari, nella Feralpisalò, nel Desenzano. L’Ospitaletto ha vinto la Promozione con tre dei nostri. Se dovessero tornare a casa tutti quelli che abbiamo in giro avremmo uno squadrone. Magari un giorno torneranno”.

Bruno Forza

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