Il conto alla rovescia è iniziato. Il capodanno in casa Ponte Zanano avrà un sapore particolare perché la società triumplina si prepara ad entrare nel suo cinquantesimo anno di storia. “Siamo nati nel 1973 – ci raccontano i dirigenti biancorossi – quindi siamo consapevoli di trovarci in un momento storico speciale, che viviamo con serenità e soddisfazione. Siamo alla quattordicesima stagione in Seconda Categoria, mixando continuità e tradizione. Non va dimenticato che oltre al calcio la polisportiva di cui facciamo parte si occupa anche di pallavolo, podismo e basket, ma calcio è il fiore all’occhiello, la disciplina che ci ha visti nascere. Certo, siamo una frazione piccola, ma estremamente orgogliosa”.
La Polisportiva vanta 17 squadre. “Nel calcio, oltre alla prima squadra, abbiamo giovanissimi, allievi e juniores. L’attività di base è a 7, nei campionati Csi, con tre formazioni under. L’anno scorso abbiamo vinto una Coppa Leonessa. Abbiamo sempre operato su un doppio binario: federazione da un lato e Csi dall’altro, crediamo sia bello e giusto così. Nei campionati agonistici siamo reduci da una stagione difficile. Normale dopo la pandemia. Tante realtà piccole della provincia hanno fatto fatica. I ragazzi che vogliono giocare a calcio sono sempre meno e quando devi affrontare certe corazzate diventa dura, ma badiamo poco ai risultati e molto più alla socialità e alla crescita dell’individuo”.
Per la prima squadra l’estate scorsa è stata contraddistinta da una fase di passaggio condizionata da profondi cambiamenti: “Sono andati via 14 giocatori ed è stato necessario ristrutturare completamente la squadra. Il direttore sportivo Matteo Pedretti ha fatto un lavoro eccellente. Collaborazioni sul territorio? Valtrompia, Vs Lume e Sant’Andrea sono società amiche. Un tempo avevamo ottimi rapporti con il Lumezzane. Il primo obiettivo è stato trovare l’amalgama e in questo senso non abbiamo mai avuto dubbi sulle abilità di mister Alfredo Rovetta, con noi da sei campionati consecutivi. Matrimoni così duraturi sono una rarità nel calcio, a tutti i livelli”.
I risultati ottenuti sin qui sembrano parlare chiaro: secondo posto nonostante una rosa nuova di zecca e con un’età media molto bassa. “Abbiamo undici giocatori nati dal 2000 al 2004. Siamo partiti con un solo pensiero: fare un bel campionato e divertirci, senza fissare obiettivi specifici o tabelle di marcia. Il mister dice sempre che si parte 0-0 contro tutti, quindi si può provare a vincere con chiunque. La nostra mentalità è questa e ci aggiungiamo lo spirito e il cuore del Ponte Zanano, che è abituato a non mollare mai”.
Nella passata stagione è arrivata una salvezza ottenuta con largo anticipo, ora si prova a tenere il passo delle prime della classe in un ambiente che fa della serenità il suo punto di forza: “La società è sempre vicina allo staff tecnico e alla squadra, nel segno della positività. Non bisogna mai creare pressioni, anche quando i risultati non sono positivi. Non siamo abituati a mettere le persone sulla graticola e non siamo propensi agli esoneri. In mezzo secolo di storia sarà capitato una volta. Questo non significa non puntare a fare bene”.
Anche perché un sogno c’è: “Disputare i playoff. Li abbiamo sfiorati nel 2012-2013, mancati per un solo punto. Non siamo mai stati in Prima Categoria. L’anno scorso c’erano le carte in regola per riuscirci, ma abbiamo avuto qualche intoppo e nel finale di stagione ci è sembrato giusto dare spazio e soddisfazioni anche a chi aveva giocato meno”.
Le risorse sono risicate. “Non abbiamo vergogna nel rendere pubblico il nostro budget. Abbiamo 20mila euro a disposizione e lì dentro deve starci tutto. Rimborsi ai giocatori? Diamo una mancetta a Natale, niente di più. Il fatto è che al giorno d’oggi ingaggiarne senza compenso è molto complicato. Per costruire la rosa di quest’anno abbiamo dovuto parlare con 40 ragazzi. Molti hanno rifiutato per ragioni economiche. Abbiamo puntato su gente che ha saputo andare oltre, che ha voglia di emergere e di fare bene, affamata. Non critichiamo gli altri, ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma la nostra è un’altra filosofia. Per noi essere ancora qui dopo cinquant’anni è il più grande dei successi e si ottiene con una politica sana, mantenendo sempre le promesse fatte. Tra le carte vincenti in sede di trattativa c’è un asso nella manica: il nostro spiedo è eccezionale. In futuro proporremo anche un mini ritiro estivo per fare gruppo e divertirci”.
Infine è impossibile non notare la diffusione capillare di rappresentanti della società con il medesimo cognome: Guerini. Oltre al vicepresidente Osvaldo, trascinatore del gruppo, ci sono il presidente Pierangelo e i dirigenti Silvano e Dario. “In zona siamo in tantissimi. Il più importante però è il grande Vincenzo, partito da qui ed arrivato a vestire le maglie di Brescia e Fiorentina prima di fare una grande carriera da allenatore. Avendo lavorato con i viola fino a qualche anno fa ci aiutava donandoci un po’ del loro vestiario. Una bravissima persona”.
Bruno Forza
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