Dal grande trambusto al silenzio. Dopo una giornata elettorale a dir poco confusionaria e ricca di colpi di scena è stata una domenica di calma apparente ai vertici del calcio lombardo, la cui guida politica resta da decifrare.
Sergio Pedrazzini, come sappiamo, è stato eletto alla guida di un consiglio all’interno del quale hanno trovato posto 12 candidati su 13 dell’opposizione. Il loro primo atto è stato chiedere a gran voce le sue dimissioni. Nelle prossime ore sapremo di più sulla sua decisione e sulle future dinamiche politiche che ne conseguiranno, perché in caso di rinuncia di Pedrazzini si andrebbe verso un’elezione bis che riguarderebbe solamente il ruolo del presidente e che, di fatto, consisterebbe in una cavalcata in solitaria di Valentina Battistini verso la vittoria.
Nel frattempo, dai racconti dei presidenti che hanno partecipato all’assemblea, emergono dettagli allarmanti sul livello organizzativo della stessa. La prima convocazione al Quark Hotel di Milano era prevista per le 9.30 e molti dirigenti sono arrivati a destinazione addirittura prima. I tempi si sono subito dilatati: rinvio alla seconda convocazione, prevista per le 10.45. “C’era una coda interminabile – affermano i presenti -, è servito armarsi di grandi dosi di pazienza per procedere all’identificazione necessaria per registrarsi e accedere al voto”.
L’inizio dei lavori, infatti, avviene solamente alle 12.11, quando i due candidati pronunciano il loro discorso ed alcuni presidenti di società prendono la parola a sostegno dell’uno o dell’altro candidato. Gli interventi si concludono intorno alle 13.15, ma per procedere alle votazioni occorre rimettersi in coda. “Tutto da rifare, un’altra volta. Parecchi, a quel punto, hanno rinunciato, tornandosene a casa. Per far votare tutti sono servite più di tre ore. Faceva un gran caldo, inaccettabile stare in piedi tutto quel tempo. C’era gente che chiedeva l’acqua e che non ce la faceva più”.
Dito puntato anche sul sistema di votazione digitale. “Per la preferenza relativa al presidente nulla da dire, ma la schermata dedicata ai consiglieri agevolava i primi dell’ordine alfabetico. Molti dirigenti, davvero sfiniti, hanno votato probabilmente i primi dell’elenco senza sfogliare tutti i nomi”.
È ormai sera quando vengono svelati i punteggi finali. Non mancano contestazioni, discussioni accese, anche insulti, fino ai comunicati serali dei consiglieri neoeletti, che invocano le dimissioni di Pedrazzini. Il presidente replica prendendo tempo. Nel frattempo Stefano Facchi lascia la delegazione di Brescia, ma a quel punto i dirigenti dei club dilettantistici sono già a casa. Finalmente.