Amato e odiato, l’arbitro è la persona che, spesso, ha nelle mani l’esito di una partita. È lui che giudica episodi che possono determinare una vittoria o una sconfitta, risultati decisivi che talvolta segnano perfino il successo o il declino di un’intera società sportiva.
Come diventare arbitro
Per diventare arbitro di calcio è necessario frequentare il corso arbitri organizzato da AIA nella sezione più vicina a te. I corsi sono della durata di due mesi, con lezioni che si tengono a cadenza bisettimanale e sono aperti a uomini e donne dai 14 anni compiuti ai 40 anni non compiuti.
Al termine del corso, devi sostenere un esame composto da:
- un tema scritto su un argomento scelto dalla commissione
- un quiz tecnico
- una prova orale
Diventando arbitro sei ufficialmente tesserato FIGC come Arbitro Effettivo e ricevi una tessera Federale che ti permette di accedere gratuitamente a tutti gli stadi d’Italia per le manifestazioni calcistiche che si svolgono sotto l’egida della FIGC.
Diventare arbitro di serie A, c’è da fare la gavetta
Appena superato l’esame, inizierai ad arbitrare le partite giovanili e dovrai dirigere ogni anno un numero minimo di partite. Durante la tua attività, la tua prestazione sarà valutata da commissari speciali che di volta in volta ti assegneranno un punteggio. A fine stagione verranno valutati tutti i giudizi che hai ottenuto e si valuterà se potrai essere promosso alla categoria successiva.
Agli inizi in particolare, è piuttosto difficile salire di livello e i compensi che riceverai saranno piuttosto ridotti. Molte persone, infatti, svolgono l’attività di arbitro come un secondo lavoro per arrotondare e non come lavoro primario, almeno nelle categorie inferiori.
La preparazione atletica degli arbitri di calcio
Per lavorare come arbitro di calcio devi avere un’ottima preparazione atletica; infatti, se è vero che non sei il protagonista della partita, è anche vero che devi seguire costantemente la palla restando vicino all’azione senza mai intralciare i giocatori.
Devi essere in grado di eseguire cambi repentini di direzione e di correre per molti chilometri nell’arco della partita: un arbitro di serie A in media corre circa 13km ogni partita.
Le sezioni locali di AIA organizzano allenamenti per mantenere in attività e in allenamento gli arbitri, ma la frequenza non è obbligatoria e molti arbitri scelgono di allenarsi in autonomia o con un personal trainer che possa seguire da vicino la loro preparazione atletica e focalizzarsi nello specifico sulle loro caratteristiche fisiche.
Un test fisico importante che viene svolto nelle sedi AIA è lo Yo-yo IR1 che serve a valutare la reattività e la capacità di portare avanti fasi ad alta intensità con ridotto tempo di recupero per tempi prolungati. Ottenere un buon punteggio in questo test è requisito fondamentale per poter accedere a categorie superiori.
Lavorare come arbitro: gli aspetti fiscali
Per lavorare come arbitro di calcio professionista devi aprire la Partita IVA, perché sei considerato un lavoratore autonomo. Questo significa che incasserai per intero il tuo compenso e poi dovrai essere tu ad occuparti di versare le tasse e i contributi allo stato.
Per aiutarti a svolgere le pratiche e a mantenere la gestione della tua Partita IVA in modo facile e poterti concentrare sull’attività di arbitro, sono nati diversi servizi online come ad esempio Fiscozen che offre a tutti i suoi iscritti l’assistenza di un commercialista dedicato, un software facile e intuitivo per la gestione della fatturazione e degli adempimenti e una dashboard che si aggiorna in tempo reale con i costi che sarà necessario sostenere per l’attività.