Dal Giornale di Brescia
Dopo una notte al solito insonne e trascorsa in consultazione permanente con il direttore sportivo Renzo Castagnini, ieri mattina Massimo Cellino ha sciolto tutte le riserve e deciso di affidare la panchina a Pierpaolo Bisoli. Non dopo non aver sondato vie alternative. Ma alla fine «penso che tra tutti i nomi vagliati, Bisoli possa rappresentare il profilo migliore per quello che ci serve in questo momento. A lui avevo già pensato perla serie A, ma poi ci avevo ripensato perché quello non era ancora un Brescia definito e pure suo figlio non era ancora affermato. Oggi invece Dimitri, è lamia riflessione, di certo non è più un giocatore che eventualmente gioca perché in panchina c’è suo padre che lo mette in campo». Se la motivazione della scelta di Bisoli senior il presidente del Brescia la regala in live, intercettato al termine di un pranzo nel bar vicino alla sede, il resto dei pensieri del momento è scandito attraverso messaggi whatsapp. «Io dico- osserva Cellino – che di certo questo è un campionato che deve ancora svilupparsi. Vale per noi, ma anche per tante altre squadre. È un campionato ancora troppo instabile». E a proposito: «Io la stabilità ho cercato di darla non cambiando l’allenatore perché credevo davvero in lui e nella squadra». Una squadra, con alcuni giocatori, che era anche entrata nel mirino presidenziale nei giorni in cui la direzione era quella della difesa a oltranza di Maran. Ma progressivamente il piano si è rovesciato: «Nella squadra continuo a credere perché non sono uno sprovveduto. Maran però non ha purtroppo ricambiato la mia fiducia… Le sfide bisogna affrontarle mentre alcuni preferiscono defilarsi». Il riferimento pare sia relativo al fatto che Cellino sisarebbe convinto che già da settimane il tecnico – che non può replicare in quanto ancora sotto contratto – quasi non se la sentisse più. E ancora un messaggio molto diretto alla tifoseria con la quale, dopo l’episodio delle scritte allo stadio nella notte pre Bari, le tensioni sono di nuovo aumentate: «Noi col nuovo allenatore facciamo un altro sforzo economico in un momento di grossa sofferenza finanziaria del calcio… Mi aspetto ora un segnale di rivalsa da parte dei nostri tifosi perché dimostrano di non aver imparato niente dagli errori del passato… Spargere terrore e minacce non paga. Lo abbiamo visto due stagioni fa: se vogliono essere partecipi devono fare un salto di maturità e positività perché altrimenti la gente perbene si allontana. Questa è la mia ultima chiamata: io sino a oggi malgrado tutto non sono scappato però nemmeno le mie energie sono illimitate»