Conferenza riservata, dai vertici del giornalismo lombardo raffica di ammonizioni al Brescia Calcio

Una pioggia di critiche si sta abbattendo sul Brescia Calcio in queste ore, dopo la vicenda relativa alla conferenza stampa del direttore sportivo Castagnini riservata a Giornale di Brescia e Bresciaoggi.

Le istituzioni del giornalismo lombardo non potevano restare indifferenti al cospetto dell’ennesimo svarione del club nell’ambito della correttezza nei confronti dei media.

L’Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha commentato così l’accaduto, pubblicando un comunicato stampa sul suo sito ufficiale. “Le conferenze stampa devono essere aperte a tutti. L’Ordine dei giornalisti della Lombardia considera particolarmente grave l’episodio del Brescia Calcio, il cui direttore sportivo ha invitato solo i giornalisti di due testate inviando la registrazione dell’evento a tutti gli altri giornali. Il diritto di informazione riguarda tutte le questioni che hanno una rilevanza sociale e tra queste lo sport ha un ruolo speciale. È l’occasione allora per l’Ordine dei giornalisti della Lombardia di ricordare che l’attività delle società sportive e le disposizioni dei contratti privatistici sui diritti d’autore e sull’uso degli impianti trovano comunque un limite nel diritto costituzionale, di diritto pubblico, di informazione e nel diritto di cronaca riservato ai giornalisti. È nostra intenzione dunque monitorare la situazione e individuare le modalità con cui intervenire per ripristinare le corrette modalità di informazione”.

Non è rimasta in silenzio nemmeno l’Associazione Lombarda Giornalisti, con il presidente Paolo Perucchini cha ha tuonato: “Le conferenze stampa del Brescia Calcio con inviti ristretti? Se non sei prescelto ricevi video e audio a casa dall’ufficio stampa e la possibilità di porre domande va a farsi benedire. Al Brescia Calcio probabilmente ci si sente legittimati a comportamenti che non sono conformi a un paese dove il diritto di cronaca è garantito. Per il sindacato di categoria, anche nello sport questo atteggiamento è irricevibile. L’esuberanza del patron Massimo Cellino questa volta è andata oltre, colpendo il diritto alla libera informazione. Un atteggiamento non degno della storia delle Rondinelle. Un vero e proprio autogol per la stessa società sportiva. Chiediamo di ripristinare subito il pieno diritto all’informazione e riaprire a tutte le testate l’accesso alle conferenze stampa e alla possibilità di porre domande. Ne va della corretta informazione dei lettori bresciani e di tutti gli appassionati di calcio”.

Un cartellino giallo gigantesco viene sventolato anche dal gruppo lombardo dell’Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana) presieduta da Pier Augusto Stagi: “Ciò che è accaduto a Brescia è surreale. Inizialmente qualcuno ha fatto riferimento ad un incontro riservato ai media partner, ma è un concetto veramente complesso da comprendere nell’ottica dei corretti rapporti tra società di calcio e testate giornalistiche. Già lì ci sarebbe stato un grosso peccato in termini di trasparenza e correttezza. Credo sia stato, a tutti gli effetti, un enorme pasticcio su tutta la linea, compreso il successivo invio del video alle testate escluse. Come si suol dire, la pezza è stata ancora peggio del buco. Credo che in casa Brescia Calcio manchi educazione comunicativa. Eppure non mi pare che recentemente ci siano state modifiche all’articolo 21 della Costituzione. Meglio ripassarlo. Quanto a Giornale di Brescia e Bresciaoggi, che hanno regolarmente presenziato nonostante questo modus operandi, ritengo che sia auspicabile pretendere maggior rispetto tra testate e colleghi, anche se competitor. Mi sarei aspettato un segnale da parte loro. I giornalisti devono sempre fare squadra contro chi minaccia la libertà di stampa e il pluralismo. Il rispetto e la solidarietà, in questi casi, contano molto più di una notizia”.

Bruno Forza

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