Dopo aver presentato Hope Stars Academy e Piantumazione Selvaggia è tempo di aprire il sipario sulla terza associazione sostenuta da CalcioBresciano per mezzo della Coppa Meraviglia. Progetto M.I.T.E. ci conduce nel mondo della disabilità, con una specifica attenzione per ipovedenti e non vedenti che, forniti di road book in braille o ingrandito, svolgono il ruolo di navigatori in gare di regolarità e rally.
Durante la corsa la quotidianità si inverte: il disabile visivo guida il pilota condividendo, al pari degli altri equipaggi, la gioia delle vittorie e la delusione delle sconfitte. Positività, autoironia, intraprendenza. Caratteristiche che animano un team attivo e impegnato, guidato da Gilberto Pozza.
“Il progetto M.I.T.E. è scaturito dalla mia passione per le auto da rally. Credo sia fantastico affrontare la disabilità con un taglio sportivo, garantire opportunità ed esperienze a chi vuole vivere una passione nonostante gli ostacoli che si trova di fronte. Il nostro è un lungo percorso. Il 2009 fu un anno magico. La Lancia ci prestò una Stratos, una 037 e la mitica Lancia Fulvia numero 14 di Sandro Munari. Partecipammo a ben 9 gare in Germania. Nel 2023 abbiamo vinto il titolo italiano di regolarità per auto moderne GT con Giordano Mozzi e Luca Taesi, navigatore bresciano. Il sogno? Poter partecipare alla 1000 Miglia e arrivare nei primi 10”.
La scuderia M.I.T.E. non si ferma mai, ma necessita di sostegno: “Le difficoltà sono soprattutto di natura economica. Ci piacerebbe poter partecipare a grandi eventi automobilistici, ma i costi d’accesso sono elevati, per questo il mio appello va agli imprenditori bresciani. Vorrei che conoscessero l’impegno e la serietà che mettiamo in ogni cosa. Ad oggi abbiamo sponsor e amici che ci sono vicini e ci sostengono da anni, ma si può fare di più”.
Lo stand della scuderia sarà predente all’oratorio di Casazza per avvicinare potenziali partner ed appassionati. “La Coppa Meraviglia? Un’iniziativa nuova di zecca che ritengo molto importante sotto vari punti di vista. Ricordare persone come Checco Forza è giusto e significativo, poi lo si fa nel segno dei giovani, facendoli incontrare e regalando loro un’esperienza di rilievo. È bello, perché i ragazzi rappresentano il nostro futuro”.