Rass.stampa - Corriere Bs: "Allarme Rigamonti, prato in pessimo stato: altra diffida a Cellino"

dal Corriere-Brescia

Il Brescia ha le ore contate, al netto dei ricorsi su ogni fronte che Cellino intende portare avanti per difendersi da quella che considera una truffa e una manovra di palazzo (a proposito, ieri la Salernitana ha già fatto ricorso al Tar per la retrocessione sul campo, sarà una lunga estate…). E le ore sono contate (48 per l’esattezza) anche per l’ultimo affittuario del malandato ma glorioso stadio Rigamonti. Il cui manto erboso, per inciso, è in condizioni pessime, tanto da spingere la Loggia a fare una diffida, l’ennesima, a Massimo Cellino, il quale a Torbole Casaglia sta invece continuando a irrigare i campi del centro sportivo di cui è proprietario (nonostante le promesse, non è mai diventato un asset del club e questo ha complicato ogni trattativa passata con i fondi esteri, abituati a decidere da soli dove e come fare allenare i propri club senza obblighi). Se entro domani sul conto corrente del Comune non arriverà un bonifico da 26.300 euro da parte del presidente (fino al prossimo Cda, ancora da fissare…) del Brescia Calcio – equivalenti alle ultime due rate d’affitto mai pagate – la Loggia già lunedì 30 giugno è autorizzata a cambiare la serratura del suo impianto sportivo e tornarne in possesso. Come previsto da una clausola del contratto, se non si pagano due rate consecutive, il contratto stesso diventa carta straccia.

In Comune le bocche restano cucite in attesa di questa data. Nel sopralluogo effettuato ieri allo stadio (un controllo stabilito da tempo), i rappresentanti della Loggia hanno rilevato il pessimo stato del manto erboso. Nell’incontro si è anche abbozzato alla possibilità di trovare un accordo tra le parti (l’avvocato Bonavitacola, all’uscita, ha detto a Bresciaingol : «Il presidente Cellino è disposto a venire incontro, ma bisogna essere in due») per evitare scelte estreme: il manager chiede una cifra ragguardevole per lasciare nel Rigamonti ciò che ha installato quasi sei anni fa, sul quale il Comune pensa tuttavia di essere tutelato dal contratto. In ordine sparso, come conferma quel che resta della società (costretta a ferie forzate, tranne i dipendenti dell’amministrazione): l’ampliamento della Curva Nord e della gradinata, i pitch box riservati agli sponsor, i fari, il sistema video, la nuova Curva Sud, oltre agli spogliatoi e allo store costruito accanto alla biglietteria. Il Comune è disponibile alla trattativa, ma le distanze sulla cifra necessaria a liquidare Cellino sono siderali. E, se l’ex sindaco Emilio Del Bono ha ricordato al Corriere che esiste una clausola da rispettare legata al professionismo per il club cittadino, va anche ricordato che, di fronte a un’estate da passare (non è una novità, a Brescia è la consuetudine) tra pallone e aule di tribunale, sarebbe conveniente non dovervi ricorrere per evitare di forzare una situazione ancora magmatica. Il Consiglio Federale, che decreterà l’uscita del Brescia Calcio BSFC dal calcio professionistico, sarà nei primi giorni di luglio (con ogni probabilità il 3): poi partiranno i ricorsi, terreno di caccia di Cellino. Ma, senza quei 26300 euro da versare entro la mezzanotte di domani, ci sarà il fischio finale. Anche se tutti temono i tempi supplementari.

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