Sbocco per i giovani, passione e senso di appartenenza. La Terza Categoria vista da San Vigilio

A Concesio ci sono due cuori pulsanti. Quello della squadra di Seconda Categoria, reduce dai play-off della passata stagione e quello del neonato San Vigilio, formazione di Terza Categoria sbocciata da una costola biancoblù.

“L’idea è nata confrontandoci all’interno della dirigenza del Concesio – racconta il presidente Ferdinando Serra -, con lo scopo di creare uno sbocco in più per i ragazzi del settore giovanile. Non tutti, infatti, potevano trovare spazio in prima squadra e, complice la regola delle quote, il rischio era di perderne parecchi. Uno scenario inaccettabile, aggravato dagli effetti della pandemia, che ha portato molti ragazzi all’abbandono sportivo”.

Serra ha così smesso i panni di direttore sportivo del Concesio per indossare quelli di massimo dirigente di una nuova realtà: il San Vigilio. “Abbiamo dovuto cambiare matricola, e quindi denominazione, per non perdere lo stimolo della classifica, ma nonostante la metamorfosi identitaria restiamo legati a doppio filo al Concesio. Per rendere possibile questo progetto è stato fondamentale il supporto di Ivano Lattucchella e Cinzia Boschetti, titolari di Visport, l’azienda per cui lavoro. Sono diventati il nostro main sponsor apportando quelle risorse fondamentali per iscrizioni e tesseramenti”.

I 26 elementi della rosa non percepiscono rimborsi. “Nessun compenso, abbiamo un budget molto sobrio che deriva da piccoli sponsor e dal tesoretto costruito sulle multe per i ritardi. Lo investiamo in pizze e cene, fondamentali per coltivare passione e divertimento facendo gruppo. Pensate che due ragazzi vengono da Bovegno, uno da Casto. Se riusciremo gli daremo qualcosina per la benzina, come è giusto che sia, ma stanno dimostrando grande dedizione e impegno. Io stesso sono anche autista, soprattutto per aiutare i più giovani negli spostamenti”.

Serra è alla prima esperienza presidenziale. “Sono nel calcio da tanti anni, ma ho sempre fatto il direttore sportivo. Questo è un ruolo diverso e sugli aspetti burocratici è stato fondamentale l’aiuto da un lato del Concesio e dall’altro della delegazione di Brescia. Stefano Facchi e il suo staff sono stati fantastici, la loro disponibilità a qualsiasi ora e la professionalità che ci hanno messo per consentirci di portare a termine tutte le pratiche mi hanno impressionato”.

Fare calcio a Concesio è qualcosa di speciale per il massimo dirigente del San Vigilio. “Sono nato qui, ho collaborato con la società per 21 anni, conosco tante persone e ho in squadra diversi ragazzi che sono i figli dei miei amici di gioventù. In più sono riuscito a portare qui da Collebeato (dove è stato ds ndr) giocatori a cui ero molto affezionato, come Lobo Nelson e Cristini. Ci sentiamo tutti parte di un paese, di una realtà che ha un volto e delle caratteristiche. Quando in tribuna ci sono un centinaio di persone arriva una grande carica per ognuno di noi”.

La zona play-off dista 5 punti. “Credo che la squadra sia competitiva e che sebbene sia difficile ma non impossibile arrivarci. Abbiamo un gruppo fantastico, un mix di giovani ed esperti, con un giocatore di spicco come Luche che vanta trascorsi nei professionisti. Non abbiamo l’assillo dei risultati, ma come è giusto che sia scendiamo sempre in campo per vincere. La priorità, però, è il divertimento, oltre al coinvolgimento e alla valorizzazione dei ragazzi. Ne ho sentiti alcuni dire che qui ci si sente a casa, che siamo una seconda famiglia. Sono queste le soddisfazioni più grandi”.

Serra propone una nuova prospettiva per la Terza Categoria: “Ritengo che debba diventare sempre più una zona cuscinetto tra i settori giovanili e le categorie, in cui i giovani possano farsi le ossa. A mio avviso la federazione dovrebbe consentire alle società di imbastire delle specie di squadre B in Terza. Poi se un ragazzo migliora si può portare nella formazione di categoria superiore, viceversa mandare indietro chi è più acerbo. Ovviamente se poi si arriva nella stessa categoria occorre cambiare matricola”.

Sull’ipotesi di un futuro derby San Vigilio-Concesio il cuore si divide a metà: “Da un lato sarebbe bellissimo, una festa; dall’altro credo e spero che non accada, perché auguro al Concesio si salire sempre più in alto. Se dovesse accadere questo scenario creeremmo una terza società, perché il collegamento tra juniores e Terza deve restare. La Seconda Categoria è già un altro mondo e comporterebbe una gestione tecnica diversa. Una cosa è certa: nessuno sarà mai prigioniero del San Vigilio. Abbiamo fatto tutti tesseramenti annuali, qui resta solo chi si trova bene. Vogliamo fare il bene dei giovani, non ostacolarli. Eppure in giro ci sono ancora società che chiedono soldi per i cartellini e piuttosto di mandare i loro ragazzi a giocare li fanno marcire in panchina o in tribuna. In troppi, poi, finiscono per perdersi: smettono e talvolta perdono il loro in attività deleterie. Per fortuna c’è chi vira sul calcio a 7, ma in quei casi sono gruppi di amici in cui non è facile stare dietro a tutto. Noi probabilmente non siamo tenuti ad educarli, ma il tempo che gli facciamo trascorrere in campo e in un gruppo li aiuta a vivere esperienze sane e costruttive”.

Momenti che fanno bene anche ai dirigenti, presidente incluso: “Devo ringraziare la mia famiglia e soprattutto mia moglie, che mi permette di dedicarmi a questa attività impegnativa, ma gratificante. Ha compreso che per me è importante e che dietro c’è qualcosa che ha valore dal punto di vista sociale. Condividere momenti ed emozioni è il bello del calcio. Qui giochiamo per questo”.

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